Fino in Fondo

Fino In Fondo ​nasce per sostenere cittadini, giornalisti e attivisti a cui è stato ingiustamente negato l'accesso a documenti, dati o informazioni dalle pubbliche amministrazioni.

finoinfondo marzo 24, 2016 alle 6:32 pm
€574.00
Raccolti di €15,000.00
27
contributori
0
Giorni rimasti
Supportaci ora!
Il progetto termina il September/28/2016
  • Descrizione
  • FAQ

Descrizione del progetto

Penso che tutte le grandi innovazioni siano costruite su dei rifiuti ricevuti.
(Louis-Ferdinand Céline)

Perché c’è bisogno di un fondo?
Obiettivi
Chi siamo
Il Consiglio
Il Comitato di supporto
Come funziona
Come sceglieremo i casi
Quanto donare

Perché c’è bisogno di un fondo? 
Se hai provato a richiedere un documento o un’informazione a una pubblica amministrazione è molto probabile che tu ti sia scontrato con un rifiuto o non abbia ricevuto nemmeno una risposta.

Non sei il solo: a essere precisi, succede in più del 70% dei casi.

Questo non dovrebbe stupirti considerando che la legge italiana che regola l’accesso ai documenti in mano alle pubbliche amministrazioni (241/1990) è considerata una delle peggiori al mondo tanto da collocarci 97esimi su 102 paesi e che il Decreto Trasparenza (33/2013) prevede l’obbligo di pubblicazione sui siti istituzionali solo per alcune categorie di documenti, dati e informazioni.

Le informazioni in mano allo Stato sono spesso di straordinaria importanza per la vita dei cittadini. Si va dalle spese della politica alla gestione dei centri di accoglienza per immigrati alle ispezioni sanitarie in luoghi pubblici e alla sicurezza degli edifici scolastici o alla composizione del debito pubblico italiano che sosteniamo con le nostre tasse.

L’accesso alle informazioni è riconosciuto come un diritto umano fondamentale ma, in Italia, nemmeno il diritto di cronaca permettono di avere accesso a moltissimi documenti di grande interesse pubblico come dimostra la vicenda del ricorso contro il Mef sui derivati del debito pubblico

Qui a Diritto Di Sapere riceviamo molte richieste di assistenza da parte di giornalisti, associazioni e cittadini che davanti a un rifiuto non sanno come muoversi.

Purtroppo in molti casi il ricorso giudiziale – prima davanti ai Tribunali Amministrativi Regionali (Tar) e poi al Consiglio di Stato – rappresenta spesso l’unica soluzione per ottenere qualche risultato.

È questo il caso dell’associazione Cittadinanzattiva: dopo aver incassato nel 2013 il rifiuto da parte del Miur di fornire alcune informazioni sullo stato di sicurezza delle scuole italiane (informazioni assenti nell’anagrafe dell’edilizia scolastica) ha deciso di fare ricorso al Tar che ha dato ragione all’associazione. Servirà ancora una vittoria al Consiglio di Stato e un terzo ricorso per ottemperanza, ma alla fine Cittadinanzattiva ottiene i dati richiesti. 

Tuttavia, la via giudiziaria è costosa e impegnativa. Solo la presentazione del ricorso comporta il pagamento del contributo unificato (circa 600€), a cui va aggiunta, come puoi immaginare, l’assistenza di un avvocato. Pochi sono, quindi, in grado di sobbarcarsi l’onere e l’impegno di un procedimento giudiziario davanti a un accesso rifiutato.

Con la riforma del Decreto Trasparenza – presentata dal Premier Renzi e dal Ministro Madia come il Foia italiano – la situazione non sembra migliorare.
Anzi.
Tra eccezioni vaghe e la possibilità delle PA di negare una risposta senza dover fornire alcuna motivazione o rischiare di pagare alcuna sanzione, il ricorso al TAR rimane ancora l’unico (costoso) rimedio.

I nostri obiettivi
L’obiettivo di Fino In Fondo è costituire un fondo permamente per sostenere cittadini, giornalisti e attivisti che, incassato un rifiuto ingiusto a una richiesta di accesso vogliano seguire la via del ricorso. Lo scopo è quello di promuovere il ricorso di una selezione di casi di grande interesse pubblico insieme a chi non intende arrendersi davanti a una porta chiusa ma ritiene che la trasparenza sia un dovere dello Stato e un diritto di ogni cittadino.
Crediamo, infatti, che solo una maggiore trasparenza sia il modo per promuovere una società più giusta e democratica, una cittadinanza partecipata e per sostenere un giornalismo di inchiesta di qualità.

Chi siamo
Diritto Di Sapere (Dds) è un’associazione senza scopo di lucro nata nel 2012 per proteggere ed espandere il diritto di accesso alle informazioni in Italia.
Dds è, inltre promotrice della campagna Foia4Italy che raccoglie oltre 30 organizzazioni; ha sviluppato e gestisce Chiedi, una piattaforma per richiedere documenti alle pubbliche amministrazioni e ha prodotto un manuale, un monitoraggio e altri studi sul diritto di accesso in Italia.

Il Consiglio
Al centro del meccanismo di Fino In Fondo c’è un consiglio incaricato di scegliere quali casi verranno supportati e in che misura. I membri di questo organo non saranno remunerati e non percepiranno nessun compenso. Si impegneranno a dichiarare ogni loro possibile conflitto di interesse al momento delle valutazioni dei singoli casi.

Ernesto Belisario, avvocato, iniziatore di FOIA4Italy
Helen Darbishire, presidente Access ­Info Europe
Carola Frediani, giornalista, La Stampa
Antonio Gaudioso, segretario generale Cittadinanzattiva
Gianluigi Nuzzi, giornalista
Guido Romeo, presidente e co-fondatore di Diritto Di Sapere
Fiorenza Sarzanini, giornalista, Corriere della Sera

Il Comitato di supporto
Il modello è quello degli “advisory board” anglosassoni. Ne fanno parte persone fisiche e organizzazioni che hanno partecipato alla nascita di Fino in Fondo spiegando il progetto alle proprie community di riferimento, ma anche i “Maratoneti” che donano da 500 euro in su.

Come funziona
Ecco alcuni punti fondamentali della nostra iniziativa.

  • Tutte le donazioni raccolte attraverso la nostra campagna verranno utilizzate per coprire le spese dei ricorsi ovvero sia il contributo unificato che l’assistenza di un legale.
  • Obiettivo dell’iniziativa, come da nome, è quello di arrivare, se necessario, fino al massimo grado di giudizio. In caso di rifiuto da parte del Tribunale Amministrativo Regionale di competenza, se il consiglio ritiene che sussistano le condizioni si procede al finanziamento di altri livelli di ricorso come il Consiglio di Stato e tribunali o corti internazionali.
  • Le spese di gestione della piattaforma di crowdfunding e di promozione della campagna verranno coperte da Diritto Di Sapere non attingendo alle donazioni. Tutte le spese saranno pubblicate sul sito di Diritto Di Sapere e su finoinfondo.it.

Come sceglieremo i casi
Il Consiglio valuterà i casi in basi a tre criteri:

  1. Impatto sociale dell’oggetto della richiesta
  2. Comportamento della Pubblica amministrazione che ha negato l’accesso 
  3. Profilo del ricorrente (privilegiando piccoli media, giornalisti freelance, cittadini e Ong)

Quanto donare
Abbiamo definito tre tagli di donazione a cui corrispondono tre profili

  • Sprinter (da 1€ a 29€): ci credi e ci sostieni.
  • Mezzofondista (da 30€ a 499€): con questo tipo di donazione puoi proporre casi da sottoporre al Consiglio di selezione. Ci sembra giusto, infatti, che chi voglia sottoporre un ricorso e ricevere il sostegno economico del fondo partecipi, anche se in parte minima, alla copertura delle spese del suo caso.
  • Maratoneta (da 500€ e oltre): sei uno da lunghe distanze e oltre alle gambe e al cuore forse hai anche le tasche più profonde di altri. Con questo tipo di donazione puoi: presentare proposte di ricorsi ed entri a far parte del Comitato di supporto che potrà esprimere giudizi non vincolanti e preferenze sui casi da sostenere. Il Consiglio dovrà tener conto di questi pareri ma, a garanzia della sua indipendenza, avrà sempre l’ultima parola.